In origine il lavoro in carcere per il detenuto aveva un ruolo punitivo e disciplinare. Oggi vi è un crescente riconoscimento scientifico che il lavoro sia un importante strumento di inclusione del singolo nella società, capace di incidere positivamente sul fenomeno della recidiva, contribuendo nel contempo allo sviluppo di abilità personali e sociali. Attraverso il lavoro, il detenuto non impara solo una professione ma sperimenta di essere nel campo relazionale e simbolico della collettività. L’occupazione è in grado anche di agire sulle determinanti negative che abbassano il benessere soggettivo e la vulnerabilità. Sappiamo infatti che nell’incarcerazione i tipici “dolori del carcere” si associano negativamente con la recisione dei...